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Duetto – Tensioni sfasate
, 1989
acciaio corten, 300x100x100 cm
L’opera, costituita da due lastre in acciaio accostate, ha una doppia valenza: se da un lato chiude lo spazio limitandone la visione come una quinta teatrale, allo stesso tempo, attraverso la fessura generata tra le due lamine «tenta, – come dice la stessa artista, – di superare lo sbarramento “che il guardo esclude”». In apparenza esili come fogli di carta piegati, le lastre sembrano risvegliarsi nell’incontro con la luce che ne mostra le forme in prospettive e visioni continuamente nuove. Il Duetto si apre alla possibilità di dare forma a un sottile gioco di opposti, positivo/negativo, obliquo/ortogonale, vuoto/pieno. La scultura fa emergere l’esperienza che l’uomo ha della forza generatrice dell’esistenza: collisione di elementi inafferrabili generanti la materia che costituisce l’universo. Duetto – Tensioni sfasate offre così una lettura possibile dell’esistere.
Località Pradello
Grazia Varisco
(Milano, 1937)
“È un po’ come scegliere di staccarsi da un quotidiano piatto e spesso sonnolento… per provare a puntare lo sguardo in alto superando la forza di gravità, dell’inerzia, della pigrizia. Per me ha significato partecipare a un progetto di sfida perché il segno dell’arte trovi spazio per dialogare con la natura in un contesto insolito e severo. Il dubbio che permane è che la bellezza e l’armonia della natura avverta il nostro tentativo… quasi come una profanazione.”
Grazia Varisco, luglio 2014
Grazia Varisco mostra nei propri lavori uno spiccato interesse per l’anomalia, per l’irregolare e il discontinuo. Nelle sue opere l’osservatore viene coinvolto in sperimentazoni percettive: la dilatazione dello spazio fisico sollecita forti tensioni conoscitive le quali creano una rottura con le norme convenzionali della percezione. L’artista attiva una spazialità nuova, inconsueta e vitale, che racchiude in sé un’energia “in potenza” e diviene luogo di fitte e inattese possibilità.