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Architettura cacogoniometrica
, 1988
PVC, 400x800x500 cm
L’opera, una delle prime a esser stata installata a Morterone, è stata ideata da Gianni Colombo in relazione a due antiche costruzioni preesistenti. Pur rispettandone l’identità originaria, ne mantiene le strutture quali elementi interni e stimolatori di determinazione e ridefinizione ambientale e come contributi alla trasformazione e all’alterazione dell’idea spaziale dell’arte. Le nove colonne formano in relazione al suolo angoli retti, acuti o ottusi, facendo vacillare il senso dell’equilibrio dello spettatore e alterandone continuamente la percezione dell’area circostante. Basandosi sull’idea che la realtà sia un incessante divenire di fenomeni che vengono percepiti in continua variazione, Colombo ha pensato per Morterone un’opera che coinvolga lo spettatore in uno spazio-ambiente che si è spinti a percorrere più che a osservare, in un continuo gioco di conoscenza e riscoperta sensoriale.
Località Morterone Centro
Gianni Colombo
(Milano, 1937 – Melzo, 1993)
“Perché un Museo d’arte contemporanea a Morterone? Molte saranno le ragioni. A mio avviso però, già molto importante è il fatto che questo luogo ha tutte le caratteristiche per inserirsi geograficamente, ma non solo, in quella costellazione di punti attorno al lago che hanno costituito i luoghi di attività culturali fondamentali per il nostro tempo e ancora di più; avvolti in un’atmosfera libera da sovraccarichi estranei di retorica, ufficialità, mondanità, come ai fatti della cultura non accade. È tale qualità che Morterone può assumere e svolgere con il progetto di questa iniziativa.”
Gianni Colombo, gennaio 1988
Il fare artistico di Gianni Colombo mette in primo piano la percezione dello spettatore in una visione dinamica e in continuo divenire. A partire da metà anni Sessanta l’artista affronta a livello progettuale uno dei problemi decisivi nella sua indagine sulla spazialità: l’alterazione degli stati di equilibrio e le conseguenti mutazioni di comportamento dello spettatore.