© Paolo Vandrasch, Milano
Rudi Wach
(Hall in Tirol, 1934)
“(…) Morterone è come la mia patria adottiva, il mio paese, la mia infanzia; infatti sono nato in montagna a Innsbruck. Questo spazio con il Museo può diventare una piccola parte d’Europa sul piano culturale, simile ad una polis greca o alla vecchia Roma. Esso, sorgendo in un posto il più nascosto possibile, assume un significato proprio nella nostra epoca di massificazione, di grossi poli di interesse geografico: è la cultura che, per questo, si ritrova, ritirandosi simbolicamente nei posti più reconditi, più piccoli. […] Morterone potrà diventare un’Atene moderna e io lotterò con tutte le mie forze alla sua edificazione.”
Rudi Wach, gennaio 1988
Rudi Wach coglie negli aspetti più arcani della natura e dell’uomo tutta la forza dei processi vitali, nel momento stesso del loro svolgimento. La sua poetica procede per metafore, delineando una meditazione profonda, una ricerca di conoscenza e di comprensione dell’esistenza umana in relazione al “tutto”.
Le sue opere trasmettono il mistero inafferrabile che sottintende al continuo divenire del cosmo, spingendolo a rendere vivo ciò che si trova oltre i limiti del visibile.